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Il difficile percorso dell’architetto

Dal 29.11.2010 al 29.12.2010

Pubblichiamo una sintesi dei risultati ottenuti dall’Osservatorio sul Mercato della Progettazione Architettonica realizzato dal CRESME per il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Architetti

Il difficile percorso dell’architetto. Nella “peggiore crisi” si innesca la fase di innovazione

L’Osservatorio sul Mercato della Progettazione Architettonica realizzato dal CRESME per il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Architetti, con la collaborazione degli Ordini di Como, Milano, Treviso e Bari, consente, potendo contare su un campione significativo di circa 600 rilevazioni distribuite tra le quattro province, un’attenta lettura delle caratteristiche dell’offerta architettonica, una valutazione della situazione di crisi e una riflessione sugli scenari futuri.

Circa il 37% degli intervistati considera il momento attuale la “peggiore crisi” vissuta - con il 20% degli intervistati che ha perso oltre il 25% in termini di volume d’affari e una forte polarizzazione del mercato tra chi “la crisi non la sente” e chi invece ne è profondamente colpito.

Nello specifico il crollo è verticale per la progettazione di nuove costruzioni residenziali. In effetti, nel 2010, il 67% degli intervistati sperimenta ancora un calo dell’attività (era il 72% nel 2009), con un 41,5% che stima addirittura una riduzione dei volumi d’affari ancora superiore al 25%.

Grandi difficoltà si notano anche nella nuova produzione non residenziale e nelle opere pubbliche. Mentre segnali più confortanti vengono dalla riqualificazione del patrimonio residenziale esistente e, soprattutto, dalle attività legate al risparmio energetico. Quest’ultimo, nel 2010, è dato in crescita superiore al 5% dal 44% degli intervistati.

Lo sviluppo della crisi è accompagnato anche da altri fattori.

Cresce la percentuale di insoluto. Il problema non è solo il lavoro ma anche che il lavoro possa non essere pagato. La solvibilità del mercato è un aspetto grave quanto la crisi della domanda.

Messi di fronte alla crisi, nel 2010 due terzi degli architetti intervistati sta riducendo i costi della propria attività, in gran parte attraverso il controllo degli investimenti in attrezzature e promozione e la riduzione dei costi vivi di gestione.

Ma nel 2010 sembra scattare una nuova fase: il 72% degli intervistati sta investendo; investe soprattutto in know how o in relazioni (uno su due), ma anche in promozione e tecnologia (più di un quarto).

Del resto gli architetti dichiarano che le ore settimanali dedicate all’attività lavorativa salgono nel 2010 a 49,3, contro le 45,9 del 2006. Ma a crescere non sono le ore dedicate ai lavori già acquisiti (32,2 ore nel 2010, 33,7 nel 2006), ma proprio quelle dedicate alla ricerca del lavoro (nel 2010 sono 10 alla settimana, contro le 7 del 2006) e all’aggiornamento tecnico (7 ore nel 2010 contro le 5 del 2006), quindi relazioni e affinamento delle conoscenze.

Guardando al futuro l’architetto disegna una quadro di criticità e opportunità da cogliere con estrema chiarezza: il primo problema è quello delle tariffe al ribasso e degli stipendi troppo bassi. Segue la questione degli eccessivi adempimenti burocratici che pesano in maniera gravosa sull’attività professionale. Ma quello che preoccupa di più è proprio la tendenza ad una sempre più scarsa considerazione dell’architetto ed al suo ruolo nella società. Vi è inoltre la convinzione che la crisi dell’edilizia residenziale si prolungherà. Ma anche l’andamento del mercato negli altri comparti è visto con sfiducia, ad eccezione della riqualificazione, che il 58% degli architetti prevede in crescita. D’altra parte, l’indagine ha evidenziato come gli intervistati stimino un invenduto nel 2010 superiore al 40% dello stock, sia per quanto riguardo l’edilizia residenziale che non residenziale (in particolare industriale e uffici).

Sono un problema, inoltre, la prospettiva di una crescente concorrenza di ingegneri, geometri e società di Ingegneria così come, in un orizzonte di calo della domanda, l’incremento del numero stesso degli architetti.

Ma vi sono prospettive di crescita nell’informatizzazione della progettazione e, soprattutto, nell’Energy Techonology.

Emerge con chiarezza che i segmenti che stanno crescendo, anche nella crisi, sono proprio quelli delle attività specialistiche: redazione capitolati; perizie estimative; collaudi catasto; perizie del Tribunale (CTU-CTP); sicurezza dei luoghi di lavoro (L.494/96); prevenzione incendi (NOP); superamento barriere architettoniche e l’attività amministrativa (Dia, concessioni ecc.), studi e progettazioni di fattibilità; studi di project financing; studi di facilty management; progettazioni di energy technology; certificazioni classi energetiche; sistemi informativi GIS; progettazione informatizzata (ad esempio B.I.M.).

L’architetto deve darsi una strategia operativa e deve scegliere la strada che vuole percorrere sulla base di questa segmentazione di mercato.

E di fronte ad uno scenario di crisi più di un terzo degli intervistati sta prendendo in considerazione la possibilità di avviare o incrementare la sua attività all’estero.

L’estero come risposta alla crisi, quindi, Europa, in particolare, ma anche le Economie Emergenti, dove la conclusione dei processi di liberalizzazione nel mercato dei servizi sta aprendo scenari di opportunità concreti e sempre più promettenti.

Per concludere, riportiamo i risultati del questionario relativi alle tematiche ordinistiche. In un momento storico in cui il dibattito sull’ordinamento professionale del nostro Paese sta coinvolgendo parti sempre più vaste della società civile, è importante conoscere cosa chiedono al proprio Ordine i professionisti: formazione qualificante, maggiore intervento con la Pubblica Amministrazione, maggior tutela e rigore deontologico, interventi sulle normative e supporto per la ricerca del lavoro.

Susanna Conte


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