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Milano Ovest e la Via d'acqua

Dal 14.03.2012 al 14.04.2012

In attesa di una nuova presentazione del progetto complessivo della Via d'Acqua, l'Atlante si concentra su alcune trasformazioni nel sud-ovest Milano attraversate dal nuovo tracciato verde

Il progetto della Via d'Acqua di Expo 2015, dopo la prima presentazione del progetto tenutasi al Dal Verme a inizio Febbraio, sta riscuotendo molto interesse: poche le informazioni che si riescono ad ottenere in più su internet, ma da contatti diretti abbiamo saputo che l'Ufficio di Piano sta organizzando un evento dedicato alla presentazione del progetto preliminare di questa nuova infrastruttura verde.

Attendiamo quindi come tutti l'evento pubblico, facendo però intanto il punto sulle prime informazioni che abbiamo ricevuto, perchè il progetto è ampiamente cambiato dal 2007. Gli studi preliminari elaborati dal Comune di Milano avevano immaginato che la Via d'acqua connettesse il Canale Villoresi con il Naviglio Grande, indicando lo scolmatore dell'Olona come possibile oggetto di riutilizzo infrastrutturale, per il suo andamento nord sud in corrispondenza della periferia ovest milanese. Gli interrogativi erano molti, sia per il carattere tecnico dello scolmatore -un manufatto in cemento armato dalle scarse qualità paesaggistico-ambientali - sia per la qualità delle acque che vi scorrono che ne rendeva praticamente impossibile l'uso agricolo.

Il "nuovo" canale della Via d'Acqua Expo 2015 è innanzitutto e soprattutto un'infrastruttura irrigua, studiata per contribuire alla soluzione dei problemi di carenza d'acqua nei territori agricoli a Sud di Milano. Questa carenza d'acqua non può essere infatti risolta caricando ulteriormente il Naviglio Grande a monte, le condizioni tecniche non lo permettono. Il problema viene quindi risolto deviando parte delle acque che scorrono lungo il Canale Villoresi verso il tratto di Naviglio più vicino a Milano, come indicato nei programmi di razionalizzazione della rete irrigua predisposti dal Consorzio Villoresi. La necessità di portare acqua al Sito espositivo si coniuga quindi con quella di costruzione di un'infrastruttura irrigua permanente e diviene poi anche occasione per la promozione turistica di questo territorio con la realizzazione di un collegamento verde e ciclopedonale tra le due vie d'acqua storiche.  Il canale della Via d'Acqua è per gran parte del suo sviluppo una grossa roggia dalle sponde inerbite. Il canale adegua e riconnette gli elementi del reticolo idrico esistente e, soprattutto nella parte a nord ma in parte anche in Milano, segue e adegua l'esistente derivatore di Garbagnate. Il canale si stacca dal Villoresi in Comune di Garbagnate e attraversa il Parco Groane, lambendo il complesso di Villa Arconati, passerà intubato nell'area industriale sotto Arese, riemergerà nei campi sotto l'Autostrada dei Laghi, e arriverà sino al Sito espositivo. Qui il canale resterà a cielo aperto, risparirà sotto terra a sud del sito, utilizzando la condotta del derivatore esistente, per riemergere a sud di via Gallarate poco prima del Parco Pertini. Il canale scorre quindi a cielo aperto attraversando il Parco di Trenno, recuperando dove è possibili il tracciato di corsi d'acqua esistenti e fossi dismessi, passa quindi sotto via Novara e raggiunge il Parco delle Cave, sempre a cielo aperto. Dal Parco Cave fino al Naviglio Grande il canale si affianca al tracciato del Deviatore Olona, in modo da non interferire con situazioni già consolidate di particolare vulnerabilità ambientale o di consolidata urbanizzazione per confluire poi nel Naviglio Grande in corrispondenza dell'area dello scalo ferroviario di San Cristoforo.

In questa ultima fascia del tracciato, nella zona sud-ovest di Milano, sono in atto grandi trasformazioni: due fra tutte, i grandi (per estensione) Programmi Integrati di Intervento Calchi Taeggi e Parri Nitti. Mentre per il primo i cantieri sono tuttora sequestrati per questioni legate alla bonifica dei suoli, sul secondo i lavori sono iniziati (su progetto degli studi Rosellini e Arnaboldi) e porteranno finalmente all'allargamento del Parco dei Fontanili (dai 10 esistenti a circa 30 ettari di verde posti tra Bisceglie e il quartiere Valsesia) come da piano comunale della fine degli Anni Ottanta (progetto studio Bugatti Coppi Molinari Associati). Il tracciato ciclo-pedonale che segue la via d'acqua lambirà il confine orientale del Parco sulle aree e  continuerà nel pieno del parco sulle aree della ex Cava Geregnano - sperando che, una volta svoltosi l'iter delle indagini e accertate le responsabilità, i lavori di bonifica sulle aree Calchi Taeggi possano riniziare e consegnino alla città 16 ettari di parco urbano.

Sull'asse del Naviglio grande si sono concentrati alcuni interventi già mappati su Milanochecambia -tra l'altro oggetto di un altro articolo- che prefiguravano un progetto per il parco lineare dei Navigli, a cui la dismissione della stazione di Porta Genova e il recupero delle aree del fascio di binari da lì a San Cristoforo sta dando nuova linfa (una nuova High Line milanese?). Resta aperto invece il tema del difficile passaggio da parte della via d'acqua del tessuto urbanizzato che si concentra attorno all'asse di Via Lorenteggio, interessato in quel punto da numerosi cantieri succedutisi negli ultimi 20 anni e ricollegabili al quartiere terziario del Gemini Center (progetto Studio PRP - Rolando Gantes Roberto Morisi), il cui ultimo capitolo è il PL5.

A tra qualche settimana dunque per la presentazione del progetto della Via d'Acqua di Expo 2015.

Carlo Venegoni

 

 

 


 

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