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Un anno di lavoro

Dal 14.05.2012 al 14.06.2012

A un anno dall'insediamento del nuovo Consiglio, un primo bilancio di quanto fatto fin qui nelle parole del Presidente Freyrie alla Conferenza Nazionale

A un anno dall'insediamento del nuovo Consiglio, un primo bilancio di quanto fatto fin qui nella relazione del Presidente alla Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti P.P.C. svoltasi a Roma il 10 e l'11 maggio 2012

Care colleghe e colleghi,

celebriamo questa Conferenza degli Ordini ad un anno da quella del 25 maggio 2011, nella quale il nuovo Consiglio Nazionale si assunse una serie di impegni politici di fronte a tutti Voi: ci sembra quindi doveroso stilare un bilancio di quanto siamo riusciti a fare, non per cercare consenso o applausi, ma capire se siamo - tutti assieme - sulla strada giusta e cosa di più e di meglio sia necessario fare in un momento così difficile per il Paese e per i nostri iscritti.

I tre ambiti principali nei quali ci impegnammo a dare una svolta all'attività del Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori erano:
- la riorganizzazione interna del Consiglio e del rapporto con gli Ordini provinciali;
- le iniziative politiche riferite sia al sistema delle regole della professione che alle possibilità di accesso al lavoro per i nostri iscritti;
- il potenziamento del sistema di comunicazione e di interazione, in particolare con la società civile;

Il CNAPPC e i servizi interni

Il Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in questi Inesi ha molto investito sulla capacità di risposta agli Ordini, in termini di servizi, con esiti positivi.
Il servizio legale, dopo una fase di sperimentazione, ha lavorato alacremente, dando un servizio mediamente efficiente e efficace, con tempi di risposta rapidi, affinando via via la precisione nelle risposte.
Lo stesso si può dire del servizio sui quesiti sui lavori pubblici in cui, con l'assistenza degli uffici e dei consulenti, si è messo a punto un sistema chiaro e ben strutturato, fino a costituire una banca dati molto utile per orientarsi nella complessità della materia.
Grazie all'efficienza e all'impegno della Segreteria, cerchiamo anche di tenerVi costantemente informati delle novità e delle nostre azioni, con un numero cospicuo di circolari indispensabili a tenere il sistema - e gli iscritti - informati sullo stato dell'arte: in questo periodo di grandi cambiamenti è molto importante che tutti siano consapevoli dello stato delle cose, per orientare le scelte di politica professionale.
Tutte queste attività sono state sintetizzate nel rapporto della Segreteria e consegnato la volta scorsa, inaugurando una prassi che renda trasparente ogni nostra attività. Lo stesso approccio è stato tenuto nella rivisitazione e rimodulazione del bilancio, che è stato ricomposto così da renderlo più chiaro: il nostro Tesoriere ne parlerà poi, mettendo in discussione alcuni elementi politici del bilancio medesimo, per i quali chiediamo il Vostro consiglio.
Consideriamo poi particolarmente importante mettere a frutto le sinergie e la rete degli Ordini provinciali e delle Federazioni e Consulte: credo che questo sia emerso chiaramente dalla quantità di riunioni di lavoro della Delegazione Consultiva, in particolare sulla Riforma, ma anche dal coinvolgimento di Ordini e Federazioni in iniziative di carattere nazionale, dove l'azione o l'esperienza di un gruppo di Ordini è stata messa a sistema, con vantaggio di tutti: basti pensare a
Superurbano a Padova, alle iniziative con la Protezione Civile, alla Fiera del Restauro a Ferrara o I@materia.
Tra gli impegni presi un anno fa solo uno non aveva ancora avuto esito, avendo scontato un ritardo dovuto all'impellenza delle emergenze politiche: a ciò abbiamo posto rimedio mercoledì 19 deliberando definitivamente la fondazione del Centro Studi degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori che a breve comincerà a funzionare, migliorando la nostra capacità di analisi ed azione.

L'azione politica
In accordo con Voi e con il Vostro aiuto abbiamo cercato di svolgere un'azione politica puntuale ed efficace, puntando su alcuni obiettivi chiari, qualificando la nostra politica perché fosse innanzitutto utile al Paese, che sta attraversando il momento difficile che tutti conosciamo.
Perciò abbiamo cercato di essere sempre propositivi, prima di rivendicare diritti, senza pregiudizi politici né schieramenti partitici, ampliando il più possibile il campo delle alleanze e delle interlocuzioni. Quando è stato necessario, però, siamo intervenuti anche duramente, come è successo sulla proposta governativa dell'assunzione obbligatoria a tempo indeterminato dei colleghi a partita IVA, sul valore legale del titolo di studio, su alcune indecenti gare di progettazione e contro le iniziative di geometri e periti.
Il risultato di questo approccio si è presto visto: gli architetti italiani sono diventati un soggetto istituzionale stimato e ascoltato dal Governo, dalla classe politica, dal mondo dell'economia e dell'associazionismo. E' stata per noi una grande soddisfazione che il vicedirettore del Corriere della Sera abbia Sua sponte certificato pubblicamente questa nostra capacità di metterci al servizio del Paese.
Naturalmente tutto ciò non risolve affatto i problemi che ci affliggono: la riforma della professione, la crisi del lavoro, la disoccupazione e i pagamenti che non arrivano, le difficoltà dei giovani e l'aumento della disoccupazione.
La Riforma è al punto che tutti conoscete, in mezzo al guado. Non starò a descrivere ancora lo stato dell'arte, che conoscete bene, ma dobbiamo esprimere la nostra preoccupazione sui ritardi sia nella proposta di D.P.R. di attuazione della riforma da parte del Governo, legata alla cosiddetta norma tagliola al 12 agosto, sia nella proposta di D.P.R. di regolamentazione delle Società tra Professionisti: tali preoccupazioni sono state espresse da noi sia direttamente al Ministro Severino, che a mezzo stampa; ora alzeremo la voce ancora di più, se in questi giorni non ci saranno novità reali.
Il lavoro che stiamo svolgendo tutti assieme, per preparare la regolamentazione per attuare la Riforma, è serio ed efficace e dobbiamo ringraziare tutti i colleghi che stanno mettendo a disposizione della categoria tempo, risorse e intelligenza: nessuno potrà dire che gli architetti italiani e i loro Ordini facciano "melina". Al contrario, stiamo cercando di innestare sul confuso processo normativo
un tasso di innovazione, al servizio della comunità, che va ben oltre il contributo delle altre professioni o i desiderata del Governo.
Sul processo politico della riforma delle professioni, come sapete, si sono poi innestati due proposte governative sbagliate e pericolose: l'abolizione del valore legale del titolo di studio e l'obbligo di assumere a tempo indeterminato i collaboratori iscritti all'Albo che lavorano con partita IVA.
Entrambe le proposte avrebbero avuto un effetto devastante, la prima facendo tabula rasa delle premesse giuridiche che sono il fondamento delle libere professioni, la seconda inducendo la chiusura di tutte gli Studi di architettura piccoli e medi, ovvero il 99% degli Studi italiani.
Nel primo caso un'azione concertata con Voi e con le Università, sommata al buon senso degli italiani nel rispondere alla Consultazione pubblica promossa dal Governo, ha di fatto bocciato l'iniziativa certificando che il 75% di chi ha risposto ritiene che per fare l'architetto bisogna avere una laurea adatta ed aver fatto l'Esame di Stato.

Nel secondo la nostra azione, ancorché solitaria, è stata molto efficace e ha trovato sponda in alcuni mass media e nel Ministro della Giustizia: il Governo ha dovuto modificare il progetto di legge e dalla lettura degli emendamenti, ora in Parlamento, sembra confermato che si vada verso una esclusione dei nostri iscritti dalla norma. Rimane il fatto che, nei primi anni di lavoro negli Studi, una
percentuale del 15% di nostri giovani, che scendono al 5% dopo 5 anni, collaborano senza un contratto con il collega titolare: questo è eticamente inammissibile e nelle prossime norme deontologiche sarà chiaro che chi provasse a sfruttare un collega sarà passibile di duri provvedimenti disciplinari.
Vi è poi la novità, contenuta nel nella cosiddetta" delega fiscale" che prevede che i professionisti singoli o associati debbano compilare bilanci per competenza e non per cassa, ovvero si va verso una separazione chiara tra la contabilità professionale e quella domestica.
La proposta del Governo, ancora vaga, permetterebbe di scaricare fiscalmente tutte le spese come nelle società - ma pare ci costringerebbe a pagare l'IVA all'emissione della fattura, ancorché non pagata: dati i tempi medi di pagamento dei privati e della Pubblica Amministrazione, tale condizione sarebbe insostenibile. Per questo stiamo lavorando in Parlamento per evitare una tale iattura.

Il lavoro e la crisi
La situazione è quella che tutti conosciamo bene e assomma la crisi del settore, l'aumento delle tasse, i crediti inevasi: molti colleghi non riescono più a reggere l'impatto di questi fenomeni, in particolare i soggetti più deboli come i giovani, le donne, coloro che operano in aree depresse del Paese.
Noi non siamo un sindacato né una organizzazione confindustriale, ma abbiamo ritenuto nostro dovere tentare di creare le condizioni per la sopravvivenza degli architetti italiani, nelle forme e modi che ci sono possibili.

Riguardo la crisi del settore le azioni che abbiamo avviato in quest'anno sono le seguenti:
- il continuo aggiornamento sullo Stato della professione in Italia, non solo per avere i dati della crisi, ma soprattutto per fornire indicazione ai colleghi su quali ambiti investire e impegnarsi per trovare lavoro: è perciò fondamentale che tutti insieme diffondiamo tra gli iscritti i i rapporti del CRESME, così da orientarne le scelte;

- abbiamo avviato il programma RIUSO sulla Rigenerazione Urbana Sostenibile, una idea forte che può far ripartire il settore. Il lavoro molto serio fatto con il CRESME, le nostre proposte per un Programma nazionale di rigenerazione urbana e degli edifici, l'alleanza con ANCE e Legambiente, le relazioni strette avviate con ANCI, demanio, CDPP, ACRI hanno tutte contribuito a ottenere che il Governo inserisse il programma del Documento di Economia e Finanza - ora all'esame delle Camere - e l'avvio di un tavolo sulle città a cui parteciperemo. E' grande la soddisfazione per avere inciso sulle politiche per lo sviluppo: se saremo capaci di continuare l'azione, avremmo creato le condizioni per tornare a progettare;

- abbiamo avviato il processo di "internazionalizzazione" che comincia a produrre i primi frutti con accordi bilaterali con altri Paesi e con eventi all'estero per promuovere la nostra architettura;

- stiamo per rendere attivo SeeArch, il data base degli architetti italiani ormai pronto, strumento utile per far sì che i potenziali committenti possano scegliere gli architetti sulla base delle loro capacità e merito;

- procediamo nella promozione di I@materia, il programma di interfaccia con la
Pubblica Amministrazione per i permessi edilizi, che partito dagli Ordini di Roma e Torino e con l'aiuto di Venezia, stiamo proponendo a tutto il Paese, anche con accordi con ANCI.

Sulla questione fiscale, invece, è difficile incidere politicamente, ma stiamo avviando un programma di informazione per gli iscritti sulle diverse forme di organizzazione degli Studi, perché abbiano chiarezza sui vantaggi e svantaggi fiscali dell'una o dell'altra.
La questione dei pagamenti è la più grave, soprattutto se legata alla mancanza di credito da parte delle banche: per questo abbiamo aderito all'iniziativa dell'ANCE, a Roma, il 15 maggio nella quale manifesteremo assieme per i crediti inevasi da parte delle pubbliche amministrazioni, a loro volta bloccate dal patto di stabilità. Non si tratta di rivendicazioni "sindacali" ma di affermare i principi di civiltà sanciti dalla Costituzione: il lavoro si paga, in tempi ragionevoli e certi.
La questione delle competenze professionali rimane un problema aperto: abbiamo fatto proposte per risolverlo con autoregolamentazioni e protocolli d'intesa, sia alle altre professioni che alle Università: ma alle parole spesso non seguono i fatti, come dimostrano le azioni di Geometri e Periti Industriali, con il sostegno al DDL Vicari e il tentativo di accreditare la possibilità di forme di "laurea" mediante la formazione permanente. Le nostre azioni in risposta, anche molto dure, proseguiranno: noi abbiamo la massima stima della professionalità dei Geometri e Periti italiani ma non possiamo né vogliamo accettare che si confonda l'aggiornamento tecnico con la cultura dell'architettura, né che si possa progettare senza la formazione che la stessa Unione Europea indica come indispensabile, per non recare danno al territorio e ai cittadini.

Informazione, comunicazione e attività culturali
In questo anno abbiamo molto investito sulla comunicazione e i risultati in termini di visibilità sui mass media sono lusinghieri, visto che le nostre posizioni hanno trovato spazio sui quotidiani e sui Tg nazionali: continueremo su questa strada.
Nel frattempo il Consiglio ha realizzato il progetto del nuovo sistema di comunicazione digitale del CNAPPC che vedrà la luce dopo l'estate: una piattaforma innovativa, tutta on-line e multimediale capace di dare visibilità a tutto il nostro sistema e aumentare il numero degli iscritti che seguono le nostre attività.
Stiamo anche mettendo a punto una serie di strumenti tecnici on-line, destinati sia ai cittadini che agli iscritti, che aiutino il mestiere: per esempio una applicazione chiamata CasaDolceCasa per smartphone e tablet, che permetterà a qualunque italiano di testare il grado di sicurezza e compatibilità ambientale della sua casa e la conseguente indicazione di come un architetto possa aiutarlo; o ancora uno strumento di calcolo che permetta di calcolare i costi dello Studio Professionale così da valutare la congruità delle offelte ai clienti, che sarà messo a disposizione gratuitamente e on-line.
La cultura e l'impegno sociale, però, sono e devono rimanere il valore aggiunto del nostro impegno istituzionale, che non si esaurisce nelle attività politiche o economiche: è per questo che il Consiglio ha, per esempio: investito nel primo grande Concorso di Architettura all'Aquila;
organizzato un concorso piccolo ma di successo al Salone del Restauro di Ferrara per selezionare i progetti da mettere in mostra; ha rilanciato il Premio Sirica e collabora per il rilancio di Europan.
Molto importante è stato l'accordo con RCS di stretta collaborazione con Festarch, che si svolgerà a Perugia dal 7 alla giugno, dove organizzeremo importanti eventi - con l'aiuto degli Ordini umbri- come lo speciale forum del 7 giugno sulla Rigenerazione Urbana Sostenibile riservato agli Ordini italiani per il quale chiediamo una grande partecipazione di tutti i Presidenti e Consiglieri, perché il progetto RIUSO divenga patrimonio e azione comune: è il contributo che gli architetti italiani stanno dando al Paese in difficoltà, nel quale dobbiamo riversare le nostre idee e le energie.
L'occasione è bella perché di seguito si inaugura il Festival, co-prodotto da noi, in cui tutti avremo l'occasione di ascoltare i dibattiti e le lectio magistralis di grandi architetti da tutto il mondo.

Conclusioni
Non ho raccontato o descritto tutto, perché non c'è lo spazio per ricordare ogni iniziativa o attività che abbiamo fatto: quello che mi importa segnalare è che abbiamo cercato sempre di affrontare problemi con serietà e disincanto, prendendo decisioni che fossero utili agli architetti come al Paese.
Sappiamo tutti che il momento è difficilissimo e duro, ma sappiamo anche che è proprio in questi passaggi che si costruisce il futuro.
A nome del Consiglio voglio perciò ringraziare tutti Voi perché in questo anno passato sono state accantonate le scorie della campagna elettorale e tutti abbiamo lavorato guardando oltre, consapevoli che il nostro ruolo istituzionale è ben più importante delle idee personali, e che abbiamo responsabilità politiche ed etiche nei confronti del Paese, degli italiani e dei nostri iscritti.
Ben lo sapevano Fabrizio Gagliardi Presidente dell'Ordine di Asti ed Emiliano Campari, Presidente dell'ordine di Cremona che ci hanno lasciato, dei quali dobbiamo raccogliere l'eredità di serietà, entusiasmo e impegno civile.
lo credo che abbiamo posto le basi per un buon lavoro, facendo alcuni errori e ottenendo alcuni importanti successi. Di questo devo ringraziare tutti i Consiglieri Nazionali, che non si sono risparmiati né per impegno né per trovare sempre nuove idee e soluzioni ai problemi; altrettanto ringrazio di cuore tutto il personale della Segreteria e i consulenti, che abbiamo "stressato" oltre ogni limite trovando sempre disponibilità, intelligenza e soprattutto entusiasmo.
Ma il lavoro è appena cominciato e Vi chiedo fin da ora di continuare ad aiutarci, anche conIa critica, per affrontare assieme i prossimi mesi, nei quali dovremo disegnare il nostro futuro di architetti.

Cordiali saluti.
arch. Leopoldo Freyrie

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