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Lavoro e previdenza

Dal 07.07.2013 al 07.08.2013

Riceviamo da uno dei Delegati di Inarcassa del nostro Ordine, arch. Annalisa Scandroglio, in merito alla Riforma Previdenziale di Inarcassa una lettera che propone alcune questioni di attualità

Riceviamo da uno dei Delegati di Inarcassa del nostro Ordine, arch. Annalisa Scandroglio, in merito alla Riforma Previdenziale di Inarcassa una lettera aperta agli Ordini nazionali che propone alcune questioni di attualità riguardo la difficile congiuntura e la riforma che Inarcassa ha recentemente varato.
Di seguito il testo integrale e qui per chi desidera scaricare il documento

in qualità di delegati che hanno approvato la recente riforma previdenziale di Inarcassa desideriamo rispondere alle numerose critiche che in questo grave momento per la nostra professione si stanno diffondendo via mail ed in rete, arrivando anche agli Ordini professionali.
Si tratta di lettere, simulazioni, tabelle e petizioni che affrontano alcuni aspetti della riforma, ma che spesso hanno come origine la grave crisi del mercato della nostra professione. Tanto è che da più parti si leva una richiesta di lavoro prima che di previdenza e noi siamo consapevoli del fatto che non esiste previdenza senza un lavoro che permetta la regolare contribuzione. Ma proprio perché consapevoli di tali difficoltà vogliamo rispondere alle critiche.
Premettiamo che non sempre esse sono fatte con finalità costruttive, infatti i contenuti tendenziosi o propriamente errati hanno portato alla diffida dei responsabili da parte di Inarcassa.

Simulazioni
Ci riferiamo a dati che non corrispondono a ipotesi tecnicamente accettabili. Questi documenti tendono a voler dimostrare riduzioni delle pensioni impressionanti, soprattutto per gli iscritti più giovani. I coefficienti di trasformazione utilizzati per sostenere quelle riduzioni delle pensioni sarebbero validi solo se la speranza di vita raggiungesse i 94 anni e oltre. Si tratta di valori che non hanno alcun sostegno nei dati e nelle previsioni dell'ISTAT e dei ricercatori in materia.
Nello stesso tempo, per sostenere ancor più la loro tesi utilizzano il minimo rendimento possibile per la rivalutazione del montante contributivo, del “conto previdenziale dell'iscritto”, ovvero quel rendimento minimo dell'1,5% garantito solo da Inarcassa (desideriamo ricordare che l'INPS nemmeno lo garantisce, come sanno bene i suoi iscritti che l'anno prossimo si troveranno ad avere un rendimento negativo), un valore conservativo utilizzato anche da Inarcassa nelle sue simulazioni, ma che nei loro commenti viene sottinteso come valore definitivo. Si deve ritenere invece che questo possa, anzi debba, essere significativamente maggiore. Inoltre in alcuni confronti tabellari vengono scientemente confusi valori reali (al netto dell'inflazione) utilizzati in una colonna e valori nominali (compresa inflazione) nell'altra.
Potremmo continuare ancora, con altri esempi, ma riteniamo di avere reso l'idea: quanto diffuso, in sintesi, non ha basi tecnicamente accettabili. Peraltro che significato possono avere queste simulazioni se ogni iscritto ad Inarcassa può verificare la sua probabile pensione attraverso la simulazione disponibile sul sito di Inarcassa On-line? Si tratta di una simulazione che si basa sui valori più affidabili ad oggi disponibili.
Questo non significa che le pensioni non subiranno delle riduzioni rispetto a quanto previsto dal sistema precedente, ma non con i valori errati diffusi. Le riduzioni sono la conseguenza delle azioni imposte dal governo Monti attraverso il decreto Salvaitalia per poter continuare a garantire oltre i cinquant’anni la sostenibilità delle Casse privatizzate, tra cui Inarcassa, e assicurando comunque una pensione adeguata a tutti gli iscritti, anche ai più giovani.

Conflitto intergenerazionale
Le critiche non si fermano qui, al riguardo, al di là dei valori errati viene anche segnalata la differenza tra le pensioni di chi accede ora alla previdenza, o addirittura di chi è già in pensione, rispetto a chi andrà in pensione nel futuro. Ma vi sono diversi motivi che hanno portato alle differenze in oggetto; innanzitutto la riforma doveva rispettare, ai sensi del decreto Salvaitalia, il principio del pro-rata, che deriva da un concetto di “diritto acquisito” garantito dal sistema legislativo e non intaccabile dalla riforma. Inoltre non deve essere dimenticato che le giovani generazioni hanno speranze di vita sempre maggiori.
Anche in questo caso la nostra riforma ha cercato di contenere, per quanto possibile, gli squilibri intergenerazionali mantenendosi all'interno dei limiti operativi consentiti dal Governo. Ha calibrato la retrocessione del contributo integrativo in misura maggiore per i giovani iscritti legandola all'anzianità della quota retributiva ed ha ripreso dal sistema pubblico, per quanto consentito, il contributo di solidarietà per i pensionati.

Minimi contributivi
Un'altra critica rivolta alla riforma, riguarda l'innalzamento dei minimi contributivi. E' evidente che in questo momento di grave crisi economica l'innalzamento del contributo minimo pesa sensibilmente sui bassi redditi. Tuttavia l'introduzione del sistema contributivo comporta alcune modifiche di principio che non possono essere eluse; con questo sistema ogni associato costruisce il suo personale montante, il suo capitale, da cui attingere per la pensione e quindi la contribuzione minima deve essere dimensionata per raggiungere al momento del pensionamento un importo mensile adeguato; nel nostro caso gli importi minimi sono stati calcolati per ottenere almeno una pensione di circa. 6.000 € lordi annui, prendendo come riferimento l'assegno sociale INPS.
D'altra parte Inarcassa garantisce nel caso di reale necessità una pensione minima superiore a quella contributiva e nello stesso tempo riconosce supporti assistenziali e previdenziali che consentono di:

  • assicurare un sostegno ai colleghi che dovessero subire incidenti invalidanti permanenti e/o temporanei (pensioni di: invalidità, inabilità, inabilità temporanea);

  • garantire un sostegno alle professioniste madri;

  • fornire sussidi a coloro che si trovano in difficoltà;

  • assicurare una pensione ai superstiti di colleghi deceduti prematuramente;

  • supportare le famiglie in presenza di figli con gravi disabilità;

  • fornire prestiti d'onore, agevolati e mutui;

  • fornire una copertura sanitaria per gravi eventi.

Nelle valutazioni che abbiamo svolto abbiamo anche confrontato i contributi minimi delle altre categorie professionali a noi confrontabili per numerosità ed è stato verificato che quelli da noi scelti corrispondono ai valori più bassi tra tutti; la stessa INPS nella gestione separata per i professionisti senza altra cassa previdenziale chiede contributi per almeno 4.146 € annui per riconoscere un anno di anzianità contributiva.
Non si dimentichi poi che i giovani per i primi cinque anni e fino al compimento del 35° anno di età hanno diritto a contributi minimi fortemente ridotti, pur vedendosi riconosciuto al pensionamento il contributo intero.

Rendimento del patrimonio
Ci viene detto anche che non vogliamo migliorare i rendimenti per gli iscritti, a questo rispondiamo molto semplicemente con i fatti: vi rimandiamo al Bilancio 2012 per verificare il rendimento del patrimonio.

Confronto con il governo
Andiamo all'osservazione che Inarcassa avrebbe accettato la riforma imposta dal governo Monti senza alcuna trattativa. Ma se avessimo avuto questa possibilità di trattativa forse avremmo anche già ottenuto l'eliminazione della doppia tassazione, l'obbligo di pagare l'Iva quale utente finale, la riduzione del prelievo fiscale sugli investimenti mobiliari (aumentato nel 2012), l'esclusione dall'elenco ISTAT che ci impone percorsi pari agli enti pubblici, con nomina dei Rup per ogni singolo appalto e processi di aggiudicazione biblici e non necessariamente "efficaci". Avessimo questa possibilità avremmo chiesto di non pagare l'IMU (6 milioni di Euro) dato che siamo una Cassa di primo pilastro. Avessimo questa possibilità di trattativa da tempo avremmo chiesto agli enti pubblici che sono in affitto presso di noi di non diminuire, in automatico, gli importi degli affitti (quando è andata bene) o di lasciare la locazione dall'oggi al domani (quando è andata male). Avessimo questa possibilità avremmo chiesto di non imporci, come ente, la “spending review”, che ci ha obbligato a versare allo Stato i risparmi conseguiti, nemmeno a noi stessi, gli importi decurtati. Senza queste imposizioni avremmo molte risorse da destinare ulteriormente all'assistenza e al welfare.
Si scrive che Inarcassa ha accettato senza "trattativa" gli impegni richiesti dalla riforma del governo Monti. Ma anche le altre casse hanno dovuto soggiacere alle richieste governative, noi riteniamo di averlo fatto al meglio, a differenza di chi solo all'ultimo momento ha ceduto con modifiche necessariamente meno ponderate. Un sereno e intelligente confronto con Cassa Forense o con la Cassa dei Commercialisti permetterebbe di capire il lavoro svolto e quanto è stato ottenuto da Inarcassa per tutelare la sostenibilità e garantire l’adeguatezza.

La crisi e il lavoro
Ma siamo convinti che tutte queste critiche non sarebbero nate se non ci fosse un momento di forte crisi economica e la nostra professione non ne fosse fortemente influenzata. E' evidente che le vere domande vanno poste altrove: se ci fosse lavoro per tutti avremmo i mezzi necessari per sostenere i contributi, senza polemiche strumentali.
Il lavoro è il vero problema. Inarcassa attraverso l'istituzione della Fondazione a sostegno della libera professione di ingegneri e architetti sta cercando di modificare questa situazione; con investimenti mirati alle infrastrutture cerca di incidere su un settore strategico per il paese ed attraverso misure straordinarie vuole aiutare concretamente gli associati in difficoltà economica.

Misure straordinarie di Inarcassa
Oltre ai prestiti d'onore per i giovani, ai finanziamenti agevolati, ai mutui per l'acquisto della prima casa o dello studio, interviene con una nuova linea di credito di 150 milioni di Euro, immediatamente disponibile, senza garanzie e rimborsabile in tre anni. Ne potranno beneficiare tutti i professionisti colpiti dalla crisi economica e tuttavia determinati a sviluppare la propria attività.
La dilazione dei contributi ad un tasso del 4,5% rappresenta un importante sostegno finanziario che affianca le misure messe già in atto da Inarcassa come quella che consente ai giovani professionisti un accesso al credito garantito a tasso zero di 10.000 euro per l’avvio dell’attività. Per gli associati con un reddito sino a 15.000 euro, Inarcassa ha previsto una dilazione specifica fissa a tre anni, con un tasso ulteriormente ridotto - dal 4.5% al 3% - che consentirà di rateizzare un terzo dei contributi minimi (pari a 2.900 euro nel 2013) con scadenza nel 2016.
Non è invece con la sospensione della contribuzione, come richiesto da alcuni, che si possono risolvere i problemi odierni, significherebbe intaccare il nostro sistema assistenziale e previdenziale attuale e futuro. Inoltre se questa fosse una strada percorribile sarebbe già stata attuata nel sistema pubblico per ridurre il disavanzo e in quello privato per risollevare le imprese.
Concludendo crediamo che non sia con le critiche sterili che si possa incidere sulla nostra previdenza e soprattutto sul lavoro. Ci stiamo impegnando a fondo su questi temi, perché tutti noi affrontiamo gli stessi problemi e siamo certi che i risultati ci daranno ragione.
Per tale motivo, con la convinzione di avere correttamente e con coscienza svolto il nostro compito istituzionale nell'interesse di tutti gli iscritti, siamo disponibili ad un incontro con il Consiglio, se necessario anche con la partecipazione di esponenti del Consiglio di Amministrazione di Inarcassa.
17 giugno, 2013

Cordiali saluti,
i delegati al Comitato Nazionale Inarcassa:

Ing. Mario Zocca delegato provincia di Verona
Arch. Antonio Guglielmini delegato provincia di Vicenza
Ing. Massimiliano Piras delegato provincia di Medio Campidano
Arch. Andrea Tomasi delegato provincia di Trento
Arch. Bruna Gozzi delegato provincia di Cremona
Ing. Alessandro Dorighelli delegato provincia di Trento
Ing. Franco Pozzati delegato provincia di Rovigo
Arch. Michele Stramandinoli delegato provincia di Bolzano
Ing. Lanfranco Tesser delegato provincia di Treviso
Ing. Giuseppe Berizzi delegato provincia di Bergamo
Arch. Luca Pregliasco delegato provincia di Massa Carrara
Arch. Silvia Vitali delegato provincia di Bergamo
Arch. Vincenzo Spreafico delegato provincia di Lecco
Ing. Leonardo Turolla delegato provincia di Padova
Arch. Stefano Colin delegato provincia di Pordenone
Arch. Emanuela Angeli delegato provincia di Ancona
Arch. Marina Martinotti delegato provincia di Vercelli
Arch. Annalisa Scandroglio delegato provincia di Milano
Arch. Fulvio Nasso delegato provincia di Reggio Calabria
Arch. Sergio D'Errico delegato provincia di Pesaro - Urbino
Ing. Gian Luigi Petrini delegato provincia di Imperia
Ing. Pietro Faraone delegato provincia di Palermo
Ing. Gianluca Terrosi delegato provincia di Siena
Arch. Salvatore Gugliara delegato provincia di Enna
Ing. Giorgio Franchetti Rosada delegato provincia di La Spezia
Ing. Enrico Carini delegato provincia di Lodi
Arch. Michela Maricchio delegato provincia di Gorizia
Ing. Giorgio Pilia delegato provincia di Ogliastra
Arch. Ancilla Serafini delegato provincia di Medio-Campidano
Arch. Beniamino Visone delegato provincia di Napoli
Arch. Evasio De Luca delegato provincia di Treviso
Arch. Rodolfo Fallucca delegato provincia di Savona
Ing. Fabio Corvo delegato provincia di Caltanissetta
Arch. Mauro Barbacini delegato provincia di Parma
Ing. Renato Di Loreto delegato provincia di L'aquila
Arch. Antonio Caligiore delegato provincia di Messina
Ing. Alessandro Falsini delegato provincia di Arezzo
Arch. Stefano Castiglioni delegato provincia di Varese
Ing. Livio Giraudo delegato provincia di Savona
Arch. Cesare Cantucci delegato provincia di Arezzo
Ing. Paolo Mello Rella delegato provincia di Biella
Arch. Pasquale Costabile delegato provincia di Cosenza
Arch. Francesco Dituri delegato provincia di Isernia
Ing. Marco Senese delegato provincia di Napoli
Ing. Tiziano Sergio Suffredini delegato provincia di Lucca
Arch. Paolo Marchesi delegato provincia di Pavia
Arch. Stefano Navone delegato provincia di Olbia-Tempio
Arch. Cesare Ricciuti delegato provincia di Chieti
Arch. Cesare Senzalari delegato provincia di Lodi
Ing. Angelo Boccini delegato provincia di Genova
Ing. Franco Stampais delegato provincia di Piacenza
Ing. Sergio Clarelli delegato provincia di Lecco
Ing. Donato Conti delegato provincia di Chieti
Ing. Pasquale Tipaldi delegato provincia di Benevento
Arch. Massimiliano Sirotti delegato provincia di Rimini
Ing. Gianni Barucca delegato provincia di Ancona
Arch. Maria Pia Irene Fiorentino delegato provincia di Lecce
Arch. Luciano Brandimarte delegato provincia di Teramo
Arch. Claudio Biancon delegato provincia di Venezia
ing. Egidio Comodo delegato provincia di Potenza
arch. Pasquale Fanelli delegato provincia di Brindisi
arch. Enrico Fossa delegato provincia di Genova
ing. Marco Sassano delegato provincia di Pescara
ing. Antonio Fasulo delegato provincia di Avellino
arch. Mauro Trape' delegato provincia di Viterbo
arch. Antonio Michetti delegato provincia di Pescara
ing. Marco Ratini delegato provincia di Terni
arch. Erminio Petecca delegato provincia di Avellino
arch. Francesco Cinciripini delegato provincia di Ascoli Piceno
Arch. Emanule Nicosia delegato provincia di Palermo
Arch. Antonio Licciardello delegato provincia di Catania
Arch. Paolo Morreale delegato provincia di Agrigento
Ing. Gaetano Vinci delegato provincia di Siracusa
Ing. Gaetano Fede delegato provincia di Catania
Ing. Salvatore Di Mino delegato provincia di Agrigento
Ing. Riccardo Capello delegato provincia di Cuneo
Arch. Filippo Fantoni delegato provincia di Modena
Ing. Mario F. Brodolini delegato provincia di Macerata
Arch. Nicola Stefanelli delegato provincia di Sondrio
Arch. Pierluigi Moretti delegato provincia di Fermo
Ing. Aristide Croce delegato provincia di Roma
Arch. Alessandro Paolucci delegato provincia di Rieti
Arch. Salvatore A. Catalano delegato provincia di Trapani
Ing. Bernardo Vanelli delegato provincia di Cremona
Arch. Alessandro Valenti delegato provincia di Mantova
Ing. Sandro Rota delegato provincia di Alessandria
Ing. Paolo Facchini delegato provincia di Brescia
Arch. Fausto Schettino delegato provincia di Benevento
Ing. Mario Magnone delegato provincia di Asti
Arch. Vittorio Camerini delegato provincia di Bologna
Arch. Salvatore Scollo delegato provincia di Ragusa
Ing. Giorgio Linguanti delegato provincia di Ragusa
Arch. Carlo Muggeri delegato provincia di Vibo Valentia
Arch. Cinzia Prestifilippo delegato provincia di Ogliastra
Ing. Ester Maria Rutili delegato provincia di Fermo
Arch. Paolo Caggiano delegato provincia di Pistoia
Arch. Felice De Luca delegato provincia di Torino
Ing. Lorenzo Isola delegato provincia di Vercelli
Ing. Piero Pregliasco delegato provincia di Massa Carrara
Ing. Riccardo Tacchi delegato provincia di Livorno
Arch. Giuliano Mario Becchi delegato provincia di Torino
Arch. Gerardo Leon delegato provincia di Potenza
Ing. Giuseppe Placenza delegato provincia di Trapani
Ing. Enzo Quattrucci delegato provincia di Frosinone
Arch. Giuseppe Drago delegato provincia di Crotone
Arch. Gianni Giorgi delegato provincia di L'Aquila

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