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PRR Architetti – con Stefanino Rigoni al Rockspot di Pero

Dal 07.01.2014 al 16.02.2014

Come trasformare un capannone dismesso in palestra di roccia per competizioni internazionali: una occasione di rigenerazione urbana per la periferia industriale di Pero raccontata e da questa edizione mostrata anche in video

Con il Giornale di oggi sperimentiamo il formato video del nostro sopralluogo di cantiere. Al testo ed alle immagini fotografiche si accompagnano dunque brevi brani video sottolineati dall’intervista audio, a rappresentazione del cantiere da parte del suo progettista.
Un ringraziamento speciale a Lorenzo Serafin che ha curato la riduzione video. E a Stefanino, che si è prestato all'esperimento.
Anche tu candidati a raccontare un tuo cantiere, scrivendoci a: comunicazione@ordinearchitetti.mi.it


A sud ovest dell’area industriale di Pero, in un capannone della sua periferia, nei primi mesi del 2013 c’è stata la rivoluzione. In quattro e quattr’otto –mesi, letteralmente- dal primo sopralluogo all’inaugurazione, è stata realizzata una palestra di rampicata da competizione, la cui domanda raggiunge territori sovraregionali. Un processo di rigenerazione urbana 'spontanea' come vorremmo si sviluppassero a mazzi nelle nostre città.

Stefanino Rigoni, progettista socio di  PRR Architetti di Saronno, racconta come tutto è nato dalla passione di alcuni climber professionisti e dalla loro esperienza vissuta aprendo una palestra pochi anni fa in via Mecenate, forse l’unica palestra di roccia fino ad ora attiva in zona, che si è rivelata rapidamente di grande successo.

Da qui lo stimolo a pensare in grande, e solo così poteva essere: fin da Torino arrivano in prima serata per utilizzare questa nuova palestra che per i suoi 2.500 mq di superficie per 14 metri di altezza di parete e avanguardia del disegno è seconda forse solo ad un paio di esperienze nazionali

Ma vediamo il progetto. In un capannone di 100 metri per 25, per 14 metri di altezza all'imposta della copertura, una struttura leggera in buone condizioni, compresa pure l’esistenza di due carro ponte, appare subito favorevole allo sviluppo di un buon progetto.
Entrando, la parete in aggetto a strapiombo ad una altezza di circa 15 metri cattura subito l’attenzione. Lo spazio è percepito infatti come un grande unico ambiente. Questa 'incrostazione' colorata  non ha avuto bisogno di supporto straordinario in termini strutturali proprio grazie alla preesistenza del carro ponte, come ben ci racconta Stefanino in questa sorta di backstage girato dietro le quinte della parete.

Dunque una struttura reticolare poderosa, cui si avvitano pannelli in compensato prelavorati, su cui a sua volta sono montate oltre 1.200 vie di arrampicata, cui ogni climber può aspirare, scegliendo a seconda delle proprie capacità il grado di difficoltà segnalato attraverso i diversi colori dei supporti in resina tassellati alle pareti.

All’interno, oltre a queste 'incrostazioni' perimetrali a tutta altezza, sul lato sud est, al di sotto dell'illuminazione naturale predisposta attraverso moduli di u-glass, l'attrezzatura si complica. Concrezioni ancora più magmatiche a supporto di percorsi ancora più intricati sono dedicati alla speciale disciplina del bouldering -nome che ha origine dai massi su cui in natura si esercita l'esperto climber- dove si usa rampicare percorsi brevi ma estremamente complessi, in cui la prova è ulteriormente esasperata da tempi di percorrimento obbligati e dalla mancanza di dotazione di cime di sicurezza. Supplita, dicono, da spessi materassi a terra.

All'ingresso trova alloggio un parallelepipedo prefabbricato disposto sapientemente in diagonale rispetto al percorso, in modo da configurare un cannocchiale orientato proprio sulla grande parete in aggetto. Tale struttura restituisce ad una scala ‘domestica’ gli ambienti lounge, di socializzazione e di servizio.

Essa è costruita in elementi prefabbricati in c.a. rivestiti all'esterno con un perlinato di larice, sopra la quale presto si costruirà un ulteriore volume a spralzo, sempre staccato dalla copertura originale, per ospitare un piccolo auditorium, uno spazio multimediale e di incontro per corsi e serate di formazione e intrattenimento. Certo, una struttura minimale, in cui si è voluto risparmiare, se a confronto con l'invetimento compiuto nell'allestimento della palestra.

Ma la soddisfazione che traspare è nell'uso di chi ci circonda, nella passione che vediamo messa in chi si esercita immaginiamo sognando gli orizzonti montani veri, quelli che, uscendo si vedono stagliare a nord di Pero.
Certo, quello strano marchingegno rotante piazzato li nel bel mezzo della palestra, ai miei occhi profani li faceva sembrare un po' dei cricetini...



Francesco de Agostini


Riuso edificio terziario e produttivo, via Antonio Gramsci, Pero
Progetto e realizzazione: 2013
ST: 3.500 mq
Slp: 2.500mq
Aree esterne: 1.000mq

Progetto architettonico: PRR Architetti - Saronno
Direzione Lavori: arch. Stefano Rigoni, PRR Architetti
Progetto strutture e D.L.: ing. Giorgio Vismara
Layout pareti rampicata: Mirko Masè, Climbing Pro srl
Progetto strutturale pareti rampicata: Walltopia climbing walls
Progetto impianti e D.L. : Luigi Rampoldi, Rampoldi Progetti
Impresa costruttrice: Soceca Costruzioni
Prefabbricati c.a.: C.M.C. 2.0
Pareti rampicata: Walltopia climbing walls
Impianti meccanici: La Termotecnica srl
Impianti elettrici: Lecchi impianti srl
Committente: Climbing Pro srl

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