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Ultimi giorni per la Biennale

Dal 11.06.2014 al 23.11.2014

Riportando un resoconto della 14. Mostra Internazionale di Architettura Fundamentals, ricordiamo i due incontri conclusivi con la partecipazione del curatore Rem Koolhaas, che si terranno il 22 novembre dalle ore 14 alle 18

Riportando un resoconto della 14. Mostra Internazionale di Architettura Fundamentals, ricordiamo i due incontri conclusivi

sabato 22 novembre
ore 14.00 - 16.00 una conversazione informale con i Curatori di alcune tra le partecipazioni nazionali Absorbing Modernity 1914-2014
Corderie dell’Arsenale, Monditalia, palco F

ore 16.00 - 18.00 una conversazione informale con alcuni dei Partecipanti alle mostre Elements of Architecture e Monditalia
Corderie dell’Arsenale, Monditalia, palco F

Interviene Rem Koolhaas, curatore della 14. Mostra Internazionale di Architettura

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La 14° mostra internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia curata da Rem Koolhaas ne porta decisamente l'impronta. Anzi 3.

Da una parte il lavoro compiuto nel padiglione centrale dei Giardini, sviluppato attraverso la Harvard Graduate School of design, in collaborazione con esperti dell’industria e del mondo accademico, coordinata dallo stesso Koolhaas e dal suo ‘AMO’,  propone di dare una identità ai 'Fundamentals' contemporanei attraverso la ricerca attorno a 15 elementi  (pareti, tetti, finestre, porte, facciate, balconi, soffitti, pavimenti, corridoi, camini, servizi, scale, scale mobili, ascensori, rampe ) considerati dal curatore capisaldi della composizione architettonica contemporanea.
Approcci ed esiti ai diversi temi decisamente eterogenei. Un’approccio apparentemente analitico, dove la potenziale intercambiabilità degli elementi mostrati dichiara la relativa necessità di quanto messo in mostra: cataloghi e non scelte.

Il curatore dunque sceglie di non mettere in scena il lavoro di altri architetti, come oramai sembrava tradizione, a significare la condizione attuale, ma guida solitario i diversi gruppi di ricerca attraverso un lavoro tentativo di analisi della identità della condizione contemporanea. O, come suggerito, di riappropriazione di un’identità appiattita dal globalismo anche nell’architettura.

Accanto ad esso, a corollario di tale ricerca, nei padiglioni nazionali, fanno eco i 65 contributi che – con poche defezioni- corrispondono al tema loro proposto dal curatore, Absorbing Modernity 1914-2014’, una ricostruzione storica della transizione moderna del secolo, a corroborare in termini materiali la ricerca principale.

Dall'altra, alle Corderie, Monditalia propone la condizione italiana come emblematica di una transizione tra caos e realizzazione. Ne sortisce un’Italia piuttosto malandata in visione globale, dove si affiancano alla passione storica del curatore per il cinema -82 grandi schermi si susseguono lungo tutta l’infilata mostrando attraverso altrettanti film le diverse facce della penisola-  ben 41 lavori di ricerca dedicato a specificità piuttosto autonome tra loro, anche qui rappresentate da un discreto stuolo di collaborazioni per lo più accademiche ma non solo italiane.
Diverse letture di aspetti tipicamente italiani di cultura del territorio –non a caso ha vinto nella sezione il lavoro di Andrés Jaque/Office for Political Innovation dedicato alle resistibile ascesa delle antenne televisive accanto al sogno middleclass di Milano 2.

In mezzo, il pubblico che nei giorni di vernice si aggira piuttosto disorientato dalla mole pazzesca di materiale presente in ogni sezione: più che una mostra infatti appare come una sequenza di archivi enciclopedici –o wunderkammer- dedicati  agli esiti del moderno proiettato nel contemporaneo. Documentazione che se potenzialmente è possibile consultare nel corso della visita, difficilmente lo potrebbe essere compiutamente nell’arco di 10 giorni di presenza forzata.
Eppure gli stimoli rimangono, lo stregone conosce il suo mestiere.
anche se la domanda che rimane è: si tratta di una mostra o di un pezzo di ricerca sciorinata nel suo vivo materiale, senza apparente scelta di cosa realmente mostrare?

A riguardo rimandiamo ad alcune opinioni a caldo di Luca Molinari, di Marco Biraghi in particolare su Monditalia e di un crepuscolare Valerio Paolo Mosco, oltre che naturalmente all’ampio approfondimento dal vivo proposto da Pierluigi Mutti su l’Architetto di Giugno, la rivista del CNAPPC, in distribuzione da questa settimana.

Ci corre l’obbligo tuttavia di segnalare, con cieco orgoglio campanilistico, nell’elegante padiglione Italia curato da Cino Zucchi, il racconto di ‘Absorbing Modernity’  rappresentato attraverso il laboratorio Milano, con una originale storia del moderno attraverso alcuni edifici del moderno che si spinge spericolato al contemporaneo, dove le trasformazioni si declinano secondo il rinnovato paradigma di Innesti.


Non è vero che uno stabile sia tanto più bello quanto più metri misuri di altezza, Domenica del Corriere, 2 ottobre 1955

Mentre non riesce ad esimersi a dire la sua sullo stato attuale, in modo sicuramente più solare di Monditalia, e in continuità con i tre precedenti curatori, attraverso un  ‘Paesaggio Contemporaneo’ da lui allestito ricco di contributi di numerosi studi milanesi:

- Albori
- aMDL_architetto Michele De Lucchi
- baukuh
- Boeri Studio (Boeri, Barreca, La Varra)
- Calzoni Architetti – Arch. Sonia Calzoni
- Antonio Citterio Patricia Viel and Partners
- DAP studio/Elena Sacco-Paolo Danelli
- giussaniarch - Roberto Giussani / Andrea Balestrero
- Gregotti Associati International (Augusto Cagnardi, Vittorio Gregotti, Michele Reginaldi)
- GSMM architetti
- Ifdesign
- OBR Paolo Brescia, Tommaso Principi
- Onsitestudio
- OperaStudio Magni Paci Architetti
- Park Associati (Filippo Pagliani, Michele Rossi)
- Piuarch. Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini, Monica Tricario
- Studio Italo Rota and Partners
- Scandurra Studio
 

Francesco de Agostini

 

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