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“Il nostro motto è: tutti padroni in casa propria"

Dal 22.03.2010 al 22.03.2011

Ad attuarlo il Decreto Legge del 19 marzo 2010, che ha riammesso le Manutenzioni Straordinarie tra le opere che non necessitano DIA e Direzione Lavori

“Il nostro motto è ‘tutti padroni in casa propria’: questa è l’attuazione di quel concetto”
Con questa dichiarazione il Premier, a seguito della riunione del Consiglio dei Ministri di venerdì 19 marzo, ha riammesso, con Decreto legge,  le Manutenzioni Straordinarie tra le opere che non necessitano di DIA e Direttore Lavori, ovvero di Tecnici abilitati al controllo della regolare esecuzione delle opere.

Rientrano così dalla finestra le semplificazioni volute dal Ministro Calderoli che il Governo aveva proposto già nel marzo 2009 e che dovevano essere approvate con Decreto Legge entro il 10 aprile 2009, insieme  alle norme sul Piano Casa.
Allora il conflitto di competenze tra potere statale e regionale bloccò il tutto.  Erano poi  confluiti nel ddl per la semplificazione amministrativa, approvato nel novembre 2009, contro il quale andava la protesta di alcuni progettisti che temevano, in un periodo di crisi come quello attuale, la riduzione delle opportunità di lavoro date dalle piccole pratiche per le ristrutturazioni, ma soprattutto l’aumento dei rischi per la sicurezza degli edifici sottoposti ad interventi senza Dia e senza Direzione dei Lavori.
A riguardo allora il Consiglio dell'Ordine di Milano si espresse con una nota propositiva e di dialogo.
Ora quella norma è stata recepita nel DL sugli incentivi.

A quanto si apprende dai giornali, l’obbiettivo dichiarato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è velocizzare il Piano Casa, ora regolamentato da leggi regionali che, guarda caso, non stanno dando i risultati attesi. In molti casi le norme regionali e molte delibere comunali hanno infatti limitato la portata delle misure così dette anticrisi.


Sarà quindi possibile realizzare senza Dia :

- interventi di manutenzione straordinaria che non riguardino parti strutturali degli edifici, non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento degli standard urbanistici;
- installazione di pannelli solari, fotovoltaici e termici senza serbatoi esterni, fuori dai centri storici;
- pavimentazione di spazi esterni e arredi nelle pertinenze degli edifici;
- opere temporanee, serre mobili stagionali, movimenti di terra per le attività agricole.
- interventi di eliminazione di barriere architettoniche;
- opere temporanee di ricerca nel sottosuolo;
- movimenti di terra pertinenti all’attività agricola, serre mobili stagionali;
- pavimentazione e finitura di spazi esterni;
- pannelli fotovoltaici e termici;
- aree ludiche senza fini di lucro.

Prima dell’inizio degli interventi (ad esclusione delle serre mobili e dei movimenti di terra), sarà necessario semplicemente informare il Comune, anche per via telematica, allegando le eventuali autorizzazioni obbligatorie e, solo per gli interventi di manutenzione straordinaria, l’indicazione dell’impresa che eseguirà i lavori.

Dura la presa di posizione del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che in un comunicato stampa, dichiara:

‘Totale contrarietà ad ogni insensata deregolamentazione nel settore edilizio’.

Di seguito il Comunicato Stampa:

Il Consiglio Nazionale Architetti PPC esprime, così come già ripetutamente evidenziato in diverse occasioni di confronto istituzionale, la propria ferma contrarietà ai provvedimenti riguardanti l'edilizia contenuti nel "Decreto Legge incentivi a sostegno dei settori industriali in crisi" approvato dal Governo il 19 marzo 2010.

In particolare la possibilità di intervenire senza alcun tipo di titolo abitativo in materia di manutenzione straordinaria e di altre significative attività edilizie non costituisce infatti un auspicabile intervento di semplificazione amministrativa ma, al contrario, induce gravissime conseguenze in relazione alla sicurezza, alla tutela del patrimonio edilizio, alla rispondenza degli interventi realizzati alle normative di tipo edilizio, paesistico ed ambientale ed alla possibilità da parte delle Pubbliche Amministrazioni di controllare gli interventi sul patrimonio esistente.

L'assenza di ogni tipo di controllo da parte dei professionisti abilitati, al di là di ogni demagogica pretesa di una teorica semplificazione procedurale, determinerà la proliferazione di interventi progettuali di scarsa qualità tecnica e tecnologica senza alcun tipo di garanzia per l'utente e la collettività e in totale dispregio ad ogni normativa concernente la qualità dei cantieri e la tutela degli infortuni sul lavoro.

Il Governo dopo aver avviato un significativo processo valorizzazione delle nuove tecnologie informatiche finalizzate allo snellimento delle procedure amministrative, attraverso la promozione di strumenti quali la Posta Elettronica Certificata e la Firma Digitale, oggi adotta un provvedimento assolutamente contraddittorio che elimina ogni controllo, penalizza i professionisti e le aziende operanti nel settore edile e, di fatto, potrebbe incentivare l'abusivismo edilizio creando, nei fatti, un condono mascherato per opere già realizzate in assenza di permesso.

Gli architetti italiani chiedono l'immediato stralcio delle norme in oggetto auspicando, al contempo, che il Governo convochi uno specifico tavolo di concertazione sulla semplificazione delle procedure in materia di edilizia da realizzarsi con ordini professionali, amministrazioni locali, costruttori, sindacati e tutti i principali attori del sistema edilizio.

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