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Dal 17.11.2010 al 17.11.2011

ad oggi la Regione Lombardia ha ricevuto 216 domade di applicazione della L.R.13/2010, di cui a Milano 70, in questi 4 mesi. Una sintesi dell'incontro promosso da Edilportale

Edilportale, rivista telematica dedicata al mondo dell’edilizia, ha organizzato una serie di incontri Regione per Regione, con l’obbiettivo di fare il punto sulla applicazione del cosidetto ‘piano casa’, legge nata nel quadro delle ‘Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio urbanistico ed edilizio’.

Alfredo Martini, direttore editoriale di Costruttori News, ha condotto il dibattito presso la sede Assolombarda di Milano di Martedì 16 Novembre, coinvolgendo come interlocutore istituzionale Alberto De Luigi, Dirigente Struttura Strumenti per il Governo del Territorio della Regione Lombardia, a confronto con diversi tecnici di categoria.
Ci illustra  i dati ad oggi, a 4 mesi dall’approvazione della Legge Regionale.
Il 58% dei comuni Lombardi hanno deliberato a riguardo, manifestando in questo modo una significativa sensibilità a questa legge. Non sempre in positivo però, chiamati di fatto a limitare gli ambiti di applicazione, tra centri storici e salvaguardia ambientale locale. Ma anche a riconoscere agevolazioni sugli oneri di urbanizzazione.
Ad oggi, sono stati presentati in tutta la Regione 216 domande, in soli 80 comuni, con un delta di soli 5.251mq di nuova superficie edificata.

A suo parere, la legge non ha funzionato, in primis, per le ristrettezze dei fondi di finanziamento.
Inoltre a causa delle difficoltà di lettura della legge, soprattutto riguardo i parameri eco sistemici, a suo dire di difficile comprensione per il cittadino medio.

Michele Specchio, Presidente della Consulta Regionale dei Geometri, riscontra gravi difficoltà poste operativamente dalle norme tecniche locali, soprattutto nei tessuti densi.

Ancora più eloquente la situazione del Comune di Milano, secondo Roberto Mangiavecchi, Coordinatore della Commissione edilizia e territorio di ANCE Lombardia: di questi 216 interventi, 70 sono i permessi richiesti nel Capoluogo, a fronte di 12.000 domande di intervento.
Al di la delle ragioni congiunturali, vede come causa principale a questo flop l’ostracismo da parte dei Comuni.
Forse il momento di transito tra PRG e PGT non ha facilitato la sua applicazione, ed inoltre non tutti i comuni –Milano in testa- hanno accettato di applicare una diminuzione degli oneri per questa pratica edilizia.
Per la categoria che rappresenta, si tratta di una legge positiva, di cui vanno approfonditi gli strumenti per la sua messa a regime, soprattutto in materia di sostituzione edilizia.
La questione della Demolizione/costruzione fuori sagoma, risolve infatti un contenzioso che si trascina da anni.

Gian Mario Fragomeli, sindaco di un piccolo comune della brianza, oltre che vicepresidente dipartimento territorio ANCI Lombardia, sottolinea la preoccupazione del cittadino, in specie nei piccoli comuni –ricorda che 1.106 dei 1.546 sono sotto i 5.000 abitanti, evidentemente sensibili anche ai piccoli mutamenti fuori quadro- dove forse non bisogna guardare solo al la protezione energetica –beneficio individuale- quanto a standard di beneficio colletivo, come ad esempio il verde.
Come rafforza Rinaldo Redaelli, vicesegretario ANCI Lombardia, non si tratta di una legge inutile, ma sbagliata. Ovvero incoerente con altre questioni cruciali quale il consumo del suolo o la tutela del paesaggio, argomenti sensibili della nuova generazione di PGT.

È la volta di Alessandro Mossi, Presidente della Consulta Regionale degli Ingegneri che –dopo aver portato i saluti di Paolo Ventura e di tutta la Consulta degli Architetti, impegnata in una riunione di categoria- definisce questa una occasione persa per la legge.

Il rilancio di settore auspicato avrebbe dovuto identificare la riqualificazione edilizia come sua principale leva.
La Legge ha importanti limiti tecnici nella sua applicazione: non è possibile imporre l’adeguamento antisismico su tutto un edificio per ottenerne 1/3 di ampliamento.
Insomma, una legge nata troppo in fretta, in cui la semplificazione procedurale non si è proprio vista, a tutto discapito della sua applicabilità.

Francesco de Agostini

 

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