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Manifesto contro la demolizione del Teatro di Sagunto

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

A seguito della sentenza della corte suprema spagnola che ordina la demolizione dei lavori di restauro compiuti da Giorgio Grassi e Manuel Portaceli del Teatro Romano di Sagunto (Valencia), dopo 17 anni di contesa giudiziaria, viene fatto circolare questo Manifesto contro la demolizione, che vi invitiamo a sottoscrivere.

Ad esso si premette una breve sintesi dei fatti.

GLI AVVENIMENTI:

Nel 1985 la rivista “Arquitectura” di Madrid pubblicava il progetto per il teatro di Sagunto, ideato dagli architetti Giorgio Grassi e Manuel Portaceli: animato da una profonda critica ai tradizionali metodi di restauro, tale progetto fu considerato di grande interesse culturale.
Attualmente il teatro di Sagunto si presenta, in larga misura, come una rovina artificiale”: con queste parole Giorgio Grassi e Manuel Portaceli commentavano lo stato in cui giaceva l’antico teatro romano di Sagunto, risalente al I secolo d.c. e avviavano il loro ragionamento sul progetto. La scomparsa quasi totale del muro del post-scaenium rompeva l’unità architettonica tipica della scatola scenica romana e provocava l’impressione di trovarsi di fronte alle rovine di un teatro alla greca, appoggiato sul pendio del monte e rivolto verso il paesaggio circostante. L'intervento di Grassi e Portaceli si poneva l’obiettivo di restituire l’unità architettonica originaria dell’edificio, che il tempo e i restauri precedenti avevano compromesso.
Il Direttore Generale del Patrimonio Storico della Comunità Valenciana promosse il progetto presso la Direzione Generale di Belle Arti del Ministero della Cultura, chiedendone la realizzazione: approvata nel frattempo la nuova legge sul Patrimonio Storico del 1985, l’ispettore generale dei Monumenti dello Stato diede il suo parere favorevole e, a sua volta, il ministero della Cultura lo sottopose alla città di Valencia affinché la comunità avesse l’ultima parola in merito.
A seguito di questo difficile processo di approvazione, l’opera fu finalmente intrapresa e completata nel 1993.
Fin dal giorno in cui il cantiere fu compiuto, l’intervento sul Teatro di Sagunto non ha smesso mai di essere oggetto di polemiche e lo spettro della demolizione fu invocato più volte, benchè l’opera avesse avuto l’approvazione dalle autorità competenti. Venne impugnato ad ostaggio di una vertenza strumentale, tutta legata ad interessi di potere politico.
E’ così che giungiamo a quest’ultima, definitiva ma speriamo non conclusiva sentenza.
Al di là delle faziosità delle varie posizioni che si sono avvicendate nel dibattito, una cosa va ribadita: il progetto di Giorgio Grassi e Manuel Portaceli è espressione paradigmatica, in tutta la sua complessità, della multiforme cultura architettonica contemporanea. In particolare, rappresenta una posizione netta e coraggiosa, che raccoglie la sfida del progetto nei confronti delle aporie di cui una certa cultura del restauro ancora oggi vive.
Infine, non va dimenticato, il Teatro di Sagunto, così com’è oggi, rappresenta un episodio, forse irripetibile, di restituzione, filtrata da un’interpretazione filologicamente rigorosa, del teatro alla maniera degli antichi romani.

LA RACCOLTA DI FIRME

Stimati amici e professionisti del mondo della cultura e delle arti,

Vi scriviamo per inviarvi un manifesto contro ciò che giudichiamo danneggi gravemente il mondo delle arti, dello spettacolo e soprattutto dell’architettura. Si tratta della demolizione delle opere di riabilitazione del Teatro Romano di Sagunto (Valencia), in Spagna. Questi lavori di restauro, effettuati da Giorgio Grassi e Manuel Portaceli nel 1993, godono di un grande prestigio internazionale, che però son stati vittime di una politicizzazione che ha portato il fatto fino ai tribunali di giustizia. Il risultato finale: una sentenza che obbliga a demolire i lavori realizzati, entro 18 mesi.

Davanti a questa barbarie, intellettuali e artisti di tutta la Spagna hanno portato avanti un manifesto che speriamo faccia ragionare le autorità competenti. Ve lo spediamo aspettando il vostro accordo e il vostro aiuto per farlo circolare.

Si prega chi abbia intenzione di sottoscrivere il manifesto di inviare una mail con il suo NOME E COGNOME INDIRIZZO e il suo NUMERO DI CARTA DI IDENTITÁ al seguente indirizzo di posta elettronica:

manifiestoteatrosagunt@gmail.com

Grazie della vostra collaborazione

MANIFESTO CONTRO LA DEMOLIZIONE

In riferimento alla sentenza della Corte Suprema della Spagna che ordina la demolizione dei lavori di restauro del Teatro Romano di Sagunto (Valencia), dopo 17 anni di contesa giudiziaria, politica e mediatica, i professionisti della cultura e delle arti e altri cittadini non possiamo rimanere in silenzio e sottoscriviamo il seguente

MANIFESTO CONTRO LA DEMOLIZIONE

LA DEMOLIZIONE COSTITUISCE UN’ATTACCO CONTRO L’INDIPENDENZA E LA LIBERTÁ DEL MONDO DELLA CULTURA
Un’opera artistica puó piacere o meno, ma portarla nei tribunali stabilisce un preoccupante precedente rispetto della libertá di cui deve godere la cultura. Il confronto político non puó invadere lo spazio creativo che ad ogni costo deve preservare la propria autonomia. La creazione artistica deve restare al di lá delle battaglie politiche, poiché in caso contrario risulterebbe ferita a morte.

LA DEMOLIZIONE É UNA VENDETTA POLITICA CHE NON HA NULLA A VEDERE CON IL DIBATTITO ARCHITETTONICO
Il restauro del Teatro é stato utilizzato come arma politica e trasformato in fenomeno mediatico creando una falsa polemica al di lá del suo valore architettonico. Ció spiega come sia giunto in tribunale ed abbia protagonizzato tanti titoli sui giornali, anche se gode di un grande prestigio internazionale e sia oggetto di studio in universitá di tutta l’Europa. É stato approvato dal governo regionale valenziano negli 80, quando vi governava il PSPV-PSOE. Il PP valenziano, allora all’opposizione, fece bandiera contro il progetto, cosiccome certi settori della stampa che hanno insistito sulla polemica per piú di venti anni. La contesa giudiziaria fu indetta da un exdeputato regionale del PP nel 1993. Il frutto di una riflessione estética é stato sfortunatamente utilizzato per trarne vantaggi politici.

LA DEMOLIZIONE É UNO SPRECO E DANNEGGIA I CITTADINI E LE ARTI SCENICHE
Priva i cittadini, sopratutto quelli di Sagunto, di uno spazio che sta funzionando e che ospita iniziative culturali come il festival Sagunt a scena che arricchiscono la vita culturale ed economica della cittá e la sua societá. Significa che si chiude un’altro spazio scenico. I costi supereranno in molto i sei milioni di euro che pagheranno i cittadini e che non andranno ad altri capitoli molto piú necessari, fra di cui il definitivo compimento di questa stessa consolidata installazione culturale.

LA DEMOLIZIONE É UNA DIMOSTRAZIONE DI CODARDIA INTELLETTUALE
Durante secoli le rovine del Teatro hanno subito modifiche di ogni sorta senza alcun rigore scientifico. I diversi interventi, la maggior parte dei quali sono stati ricostruzioni senza alcun criterio, hanno interessato gran parte del Teatro, fin quando non é iniziato questo restauro. Il restauro é stato fatto sulla base di esaustivi studi archeologici ed é stato approvato dalle autoritá competetenti. Ormai figura in molte guide internazionali di architettura ed é stato finalista nei prestigiosi premi europei Mies Van der Rohe. É stata una accurata ricerca dei limiti dell’intervento architettonico su rovine antiche, superando la lettura romantica del monumento.

Tenendo conto delle tantissime opere illegali che sopravvivono e che non vengono demolite, si dovrebbe trovare tanto più per un’opera di questo valore una soluzione per impedire la demolizione del teatro e anzitutto AFFERMARE CON MOLTA CHIAREZZA CHE I PROFESSIONISTI DI TUTTO IL MONDO DELLA CULTURA E DELLE ARTI SI OPPONGONO CON TUTTA LA LORO FORZA A QUESTA DEMOLIZIONE.

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