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Settimana del 2 luglio 2007

Dal 01.01.2008 al 31.12.2008

Sezione: traffico urbano parcheggi - Pagina: 003
(2 luglio, 2007) Corriere della Sera


Gli abitanti delle vie Correggio e Buonarroti: faremo ricorso al Tar. Oggi presidio del Comitato di via Frapolli in piazza Beccaria

Piano box, lite in giunta e protesta dei quartieri
Comune, via libera a solo tre dei nuovi progetti. Moratti: basta ritardi. Ma i Consigli di Zona: troppi disagi

Piano parcheggi di nuovo nel ciclone. Tensione in giunta, con il sindaco Letizia Moratti che chiede conto all' assessore alla Mobilità Croci dei ritardi. È passato un anno dall' insediamento ma di delibere, con il via libera a nuovi cantieri, se n' è vista «solo una»: venerdì scorso, quando la giunta ha approvato i due box gemelli di via Correggio e quello di via Buonarroti. Con i ticket antismog, questa è la seconda patata bollente in mano a Croci. E la tirata d' orecchie suona come un ultimatum: tempo una settimana, il sindaco vuole avere piano completo, cronogramma e delibere. Ma chiarezza la chiedono anche i cittadini che i box sotto casa, invece, non li vogliono e che si preparano a dare battaglia, con nuovi ricorsi e l' appoggio, stavolta, dei consigli di zona. I problemi nella lentezza con cui procedono le pratiche, lascia intendere l' assessorato di piazza Beccaria, potrebbero essere imputati agli uffici tecnici dei Lavori pubblici. I quali, però, rimandano la palla al mittente: «Su 42 progetti di box in project financing - dice l' ingegnere Acerbo - da noi è già concluso l' iter per 39». Come dire, le delibere non siamo noi a fermarle. I residenti di via Correggio ieri hanno annunciato il ricorso al Tar: «Questi non erano tra i 25 box del famoso riesame - esclama Anna Maria Matteoni -. Ma abbiamo chiesto in mille modi al Comune di ripensarci: due garage interrati a distanza di 100 metri l' uno dall' altro che senso hanno?». Il presidente di zona 7, Pietro Accame, conferma: «Ho scritto anche al sindaco». Oggi pomeriggio, intanto, saranno in piazza Beccaria, con un presidio, i residenti di via Frapolli. Altro box la cui storia si perde nella notte dei tempi. Perché era il 1985 quando l' amministrazione ipotizzò di sventrare viale Argonne per realizzare un megaparcheggio. Progetto che altri si rimangiarono, trasferendo gli stessi box in due viuzze laterali: Canaletto e Frapolli. «Le viuzze sono strettissime e, nel tempo, il bisogno di posti auto è stato superato - racconta Rosanna Traverso, leader del comitato -, tanto che questa giunta ha inserito i due progetti nel gruppo di quelli da rivedere a causa delle criticità». Canaletto è stato bocciato, Frapolli avviato. Soltanto in zona 2, sono cinque (Gioia-Tarvisio, Varanini-Aporti, via dei Transiti, via Mosso-Parco Trotter e Rucellai) i parcheggi interrati oggetto di discordia. Bocciati da una maggioranza che non ha colore, destra e sinistra insieme. Come in zona 9, dove i box interrati in largo Vulci e via Pianell sono stati messi all' indice già nei mesi scorsi, spiega la presidente Beatrice Uguccione. E anche in zona centro si prepara la bufera: solo qui si concentrano 28 nuovi progetti, senza considerare la telenovela Darsena e Sant' Ambrogio. E la presidente Micaela Goren Monti mette le mani avanti spiegando con preoccupazione che «box come quello previsto in piazza Repubblica Ovest potrebbe avere criticità, perché blocca tre civici di palazzi residenziali». pdamico@corriere.it

D' Amico Paola




Sezione: traffico urbano parcheggi - Pagina: 003
(2 luglio, 2007) Corriere della Sera

il Caso aperto

Isola pedonale, più alberi e via le linee Atm «Da rivedere il parcheggio in Sant' Ambrogio»

I desiderata dei saggi descrivono un' altra piazza. Sant' Ambrogio pedonalizzata e senza linee Atm. Con due filari di tigli davanti alla Basilica (anziché uno), il ripristino della quinta Ottocentesca di edifici accanto alla Pusterla, l' «affossamento» delle griglie d' areazione dell' autosilo. E, soprattutto, con una nuova disposizione della rampa d' accesso al parcheggio: non più davanti alla caserma di polizia, ma vicino alla Pusterla (sarebbe la modifica numero cinque). La relazione del comitato di saggi sul restyling di piazza Sant' Ambrogio è sul tavolo dell' architetto Anna Giorgi, responsabile del progetto dei box: «Da parte nostra c' è piena disponibilità a venire incontro alle richieste dell' amministrazione». Certo, su alcuni punti ci sarà da discutere. Tipo, la rampa: i progettisti lo vogliono in largo Gemelli. E poi sulla pedonalizzazione. La domanda è: vale la pena svuotare la zona, creando una situazione d' insicurezza notturna per gli abitanti? Il confronto è aperto. I responsabili del parcheggio hanno avuti un primo incontro a Palazzo Marino. La nuova proposta di sistemazione superficiale dell' area sarà presentata entro luglio. Gli scavi archeologici della Soprintendenza dovrebbero invece concludersi entro l' anno. Quindi, all' inizio del 2008, via al cantiere del parcheggio. Il progetto è già stato riesaminato dalla commissione tecnica istituita dal sindaco Moratti: 470 box su cinque livelli (236 posti a rotazione, 234 per residenti), 17 milioni di euro d' investimento in project financing. Nulla osta burocratico. Le resistenze sono altre. Ad esempio: l' architetto Giorgi si chiede il motivo di questa passione dei saggi per la Milano dell' Ottocento («Ma non si doveva tutelare la storia romanica?»). Dunque, la nuova cortina di edifici alla Pusterla non avrà vita facile. Così come il doppio filare d' alberi. Il motivo? Ostruirebbe ancor di più la vista sul portico del Bramante. Sull' abolizione dell' autobus, va da sé, decideranno Comune e Atm. E resiste anche il Comitato anti-parcheggio. Meglio: rilancia la sua battaglia contro l' autosilo. Lettere e raccolte di firme. L' architetto Cini Boeri ha scritto sia al ministro ai Beni culturali, Francesco Rutelli, sia al sindaco. Risposte, zero. E comunque «va fermato lo scempio». Per una ragione culturale: «Dobbiamo tutelare Sant' Ambrogio, un simbolo di Milano nel mondo». E una urbanistica: «Il parcheggio rovina l' equilibrio della piazza ed elimina lo spazio di rispetto per la Basilica». I desiderata dei residenti sanno di ultimo appello.

Stella Armando


Corriere della Sera - MILANO -
sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-07-04 num: - pag: 6
autore: Rossella Verga categoria: REDAZIONALE

Difficoltà nelle autorizzazioni per sottoservizi e scavi archeologici. «Basta faccia a faccia imprese-comitati»
«Il Comune non coordina i lavori Tempi troppo lunghi per i box»
De Pasquale (FI): inaccettabili 4-5 anni di disagi. A rischio i posti auto in Darsena

Parcheggi al palo o nella migliore delle ipotesi al rallentatore. Cantieri in semiabbandono dove si scorgono soltanto gli incaricati della Soprintendenza archeologica muniti di pennellino e paletta. Dopo la tirata d'orecchie del sindaco in giunta («Basta ritardi», ha intimato Letizia Moratti all'assessore alla Mobilità Edoardo Croci), Forza Italia torna all'attacco e rincara la dose. «Il Comune deve recuperare la capacità di coordinamento. Quella dei parcheggi non può essere solo una questione tra imprese e comitati ».
Dalla Darsena a Sant'Ambrogio, da piazza Meda a piazza XXV Aprile per citare i casi più clamorosi: i milanesi fanno i conti con cantieri infiniti e con il rischio, denuncia il primo partito di maggioranza, «di non vedere mai i posti auto per cui stanno soffrendo ». Il consigliere Fabrizio De Pasquale, vicecoordinatore cittadino degli azzurri e presidente della commissione Arredo Urbano, ha condotto una piccola indagine per capire le ragioni degli intoppi. Ed ecco il risultato: «Le procedure vanno a rilento per due motivi — spiega — Da un lato le difficoltà da parte delle imprese nell'ottenere le autorizzazioni per i sottoservizi, dall'altro la necessità di effettuare scavi archeologici che allungano tempi e costi degli interventi».
Per il consigliere ciò accade perché il Comune ha perso il ruolo di regista. «La struttura dell'assessore Croci — sostiene De Pasquale — è orientata solo a un'analisi giuridica, qui invece ci vogliono project manager che seguano e coordinino i lavori di cantiere. Se no si rischia di infliggere alla città 4-5 anni di disagi ed è inaccettabile».
Il consigliere ricorda che fino a non molto tempo fa, quando i parcheggi venivano realizzati con i poteri del commissario del traffico, «esisteva un ruolo di coordinamento del Comune che si faceva carico di chiedere ad esempio i permessi per i sottoservizi ». «Al momento queste autorizzazioni — segnala — sono demandate all'impresa che svolge i lavori ». E poi c'è l'aspetto archeologico. «Prima c'era un accordo con la Soprintendenza — sottolinea De Pasquale — in base al quale, dopo le prime verifiche, si procedeva con lo scavo "assistito", cioè realizzato con le ruspe alla presenza di alcuni esperti. Ora, su pressione dei comitati, viene applicata un'altra modalità: lo scavo "assistito" è stato sostituito dallo scavo archeologico. I tempi diventano più lunghi e le spese lievitano, così come i costi finali dei box».
Tra i parcheggi per residenti gli esempi di ritardo più clamorosi sono quelli di piazza XXV Aprile e Sant'Ambrogio, dove però tra sei mesi dovrebbe finire lo scavo. Per i posteggi a rotazione, invece, Darsena e piazza Meda. «Nel primo caso siamo di fronte alla chiusura del Naviglio dal 2004 e a una serie di altri disagi. Si rischia che alla fine i proponenti non possano più realizzarlo per i costi insostenibili ». Il cantiere di piazza Meda, invece, si dovrebbe concludere nel 2008: «Ma chiuderà nel 2010-2011, se tutto va bene. E si calcolano 5 milioni in più di spesa per gli scavi».



Corriere della Sera - MILANO -
sezione: PRIMA PAGINA - data: 2007-07-05 num: - pag: 1
autore: di CINI BOERI categoria: REDAZIONALE
L'INTERVENTO
Box a Sant'Ambrogio Quando gli affari dimenticano la storia


Le parole di Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil, sollecitano ancora una volta il mio desiderio di dare risposta a dichiarazioni autorevoli ma, secondo me, assurde. Vorrei sapere come si possa assimilare il progetto del metrò a quello dei posteggi sotterranei.
Mentre il primo vuole scoraggiare il traffico automobilistico in superficie, il secondo invita tutte le auto di Milano e dintorni ad attraversare il centro trovando facile posteggio.
Mi parrebbe giusto che De Albertis onestamente riconoscesse che questi box sotterranei sono finanziariamente molto redditizi per chi li propone. Quindi, vediamo cosa si può dire di questi progetti. Buchi, buconi nell'area anche centrale della città, distribuiti senza un piano regolatore che ne controlli l'ubicazione e ne giustifichi l'utilità. Operazioni concesse, non da questa, ma dalla precedente amministrazione, in odore di occulti scambi di potere.
Si può con leggerezza parlare delle «crepe» che potrebbero interessare gli edifici vicini agli scavi, dimenticando che il vero rischio sarebbe, per esempio, per due campanili dell'XI secolo vicino ai quali vengono scavati 5 piani di posteggio? Parlo naturalmente della piazza Sant'Ambrogio, e denuncio ancora una volta la sua assurdità a fianco di una Basilica romanica il cui valore storico è noto in tutto il mondo. Denuncio la sua inutilità, visto che le molte auto che coprono indiscriminatamente i suoi lati non esisteranno più, poiché la caserma della polizia sta cambiando sede e le molte auto dell'Università Cattolica troveranno posto nei due grandi cortili della caserma. Si tratta di una piazza che meriterebbe grande rispetto, con traffico limitato o solo pedonale. Chiedo nuovamente al ministro per i Beni e le Attività culturali, al sindaco, all'assessore alla Cultura, di decidere con coraggio la chiusura dell'orrendo squarcio che deturpa la piazza.

Cini Boeri
architetto

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